I luminosi animali di Giulia Orecchia

Venerdì 18 Febbraio, in mattinata, l’illustratrice Giulia Orecchia ha incontrato tre classi della prima classe, tre classi della seconda classe e tre classi della quarta classe della Scuola Primaria Bergonzi di Reggio Emilia. Via web, naturalmente.

In ogni incontro Giulia ha cominciato raccontando la sua passione per i colori e il disegno fin da quando era bambina, anche se aveva insegnanti che non amavano troppo il disegno.

 

 

Poi è arrivato l’Istituto d’Arte dove ha appreso tutte le tecniche.

Poi sono cominciate le domande dei bambini e le risposte puntuali di Giulia.

 

 

“Quanti libri hai scritto?”

“Duecento. Duecentocinquanta. Ma non li ho scritti, li ho illustrati”.

“Come un pittore…”

“Be’, no. Un pittore fa dei quadri, dei disegni da appendere alle pareti. Io, invece, faccio disegni che finiscono nei libri e aiutano a raccontare la storia insieme alle parole dell’autore che l’ha scritta.

Di solito capita così: un editore mi presenta un testo di un autore e mi chiede di illustrarlo. Poi il libro viene pubblicato”.

“Che tecniche usi per disegnare?”
“In realtà… In realtà soprattutto il computer. E’ una macchina fantastica con programmi fantastici. Si possono realizzare dei disegni meravigliosi”.

Le domande si susseguono incalzanti.

Poi arriva il momento magico.

Quale?

 

 

Quando l’illustratrice inizia a disegnare.

 

 

Tutte le classi sono in silenzio.

 

 

Poi iniziano a cercare di capire che disegno salta fuori.

Si tratta soprattutto di animali, perché Giulia ha detto loro che a lei piacciono molto gli animali e piace molto disegnarli.

“E’ un dinosauro?”

“No, una mucca”.

“Per me quello è un uccello”.

“Un gabbiano?”

“Un elefante?”
“Ma no, non è un elefante. E’ un dinosauro”.

 

 

Giulia completa alcuni disegni colorandoli, altri li lascia in bianco e nero.

“Perché non li finisci?”

“Perché ve li spedisco, li spedisco alla Monica e a Giuseppe, alla vostra biblioteca. Loro ve li danno e voi li colorate come preferite“.

“Evviva”
“Bellissimo!
“A me piace molto colorare!
“Anche a me!”

“Sai Giulia che i tuoi animali sono bellissimi?”
“Grazie”.

” E adesso cosa fai?”

“Guardate e ditemi voi…”

 

 

Giulia inizia a disegnare animali uno sull’altro.

C’è una mucca in basso.

Sulla mucca ci sono quattro uccelli.

Sopra i quattro uccelli c’è una vuole sdraiata proprio sui quattro uccelli.

Poi c’è una tartaruga.

Poi c’è….

“Ma quanti ne disegni?”

“Finché c’è spazio nel foglio”.

“Perché”

“Perché so che è più bello colorare tanti animali invece di uno solo. Si usano più colori”.

Il gioco degli indovinelli dei disegni coinvolge sempre più i  bambini…

All’inizio non si capisce bene cosa salterà fuori da quella linea nera…

oi, piano piano, affiora la figura di un animale.

E’ una magia. Tutti i bambini, sia quelli di prima e seconda sia quelli di quarta, hanno gli occhi sgranati dalla meraviglia.

Cosa c’è di più bello per un bambino o una bambina che incontrare un’illustratrice?

“Giulia, quale è il colore che ti piace di più?”
“l rosso. Ma mi piacciono molto anche gli altri. Mi piacciono tutti i colori, in realtà”.

“E il libro che hai fatto che ti piace di più?”

“E’ difficile questa domanda. Ma di solito… l’ultimo. Adesso Le sillabe degli animali, per esempio. Quello che ho fatto con Giuseppe per la casa editrice dei TopiPittori”.

Le linee corrono e si intrecciano. I colori si sovrappongono.

“Voglio farvi vedere una cosa…”

Giulia disegna due o tre volte un pesce. Un pesce sopra un altro pesce. Poi ancora un altro. Poi schiaccia un tasto del suo tablet e all’improvviso il pesce inizia a muovere come un cartone animato, ha iniziato a nuotare come un pesce vare.

“Bellissimo!”

“Come hai fatto?”

“E’ solo un programmino del mio tablet, ragazzi. Niente di difficile”.

“Ce ne fai vedere un altro?”

 

 

 

Ne guadiamo un altro.

Poi un altro.

Poi un altro.

Poi Giulia dice che ha avuto un’idea….

 

 

Disegna la maglietta e i calzoncini di quello che sembrerebbe un bambino…

“Ma è senza testa…”

“Non ha neanche le gambe…”

“L’ho fatto apposta, ragazzi. Così spedisco a Monica e Giuseppe questo disegno a metà, loro lo fotocopiano e li danno alle vostre maestre e ognuno di voi completa il disegno come desidera e come è capace. Così faremo il disegno un po’ per uno”.

“E dopo facciamo una mostra insieme?”
“Può darsi…”

Il tempo corre veloce.

Mancano solo 10 minuti.

 

 

 

 

C’è ancora lo spazio per le ultime domande.

“Quale è il primo libro che hai scritto?”

“Nel primo c’erano quattro topini…”

“Giulia, ma come hai fatto a imparare a disegnare così bene?”

 

 

 

“Ve l’ho già detto, ragazzi. Allenandomi. Disegnando tutti i giorni. Ogni giorno”.

“Anche la domenica?”

“No, la domenica mi riposo. Ma tutti gli altri giorni disegno. E’ il mio lavoro”.

 

 

 

“Ti piace il tuo lavoro?”
“Moltissimo. Sognavo di farlo e ci sono riuscita. E’ una cosa bellissima. Non capita a tutti. Anzi, è una cosa rara riuscire a fare proprio il lavoro che si preferisce. Sono contentissima. E’ più di quarant’anni che disegno e non smettere mai”.

“Quanto ci metti a fare un disegno?”
“Dipende. Di solito da un paio di minuti a una settimana”.

“Non ti è mai capitato di non disegnare bene un animale? Di non essere soddisfatta del disegno che hai fatto?”
“Sì, certo. Molte volte”.

“E allora cosa hai fatto”.

“Bisogna essere un po’ perseveranti. Mai rinunciare”.

“Cioè?”

 

 

 

“Ho preso un altro foglio e ho riprovato. E se non mi piaceva ancora, ho riprovato ancora. Ho guardato delle fotografie di quell’animale. Per esempio l’ornitorinco. Non è facile da disegnare. Ho visto delle sue foto. Poi ho provato a disegnarlo tante volte finché ci sono riuscita. Bisogna essere un po’ ostinati, ragazzi. Sbagliare è naturale. ma non c’è niente di male. L’importante e continuare a provare, a provare, provare, provare. E alla fine salta fuori il disegno che avevi in mente. Anzi, delle volte è ancora più bello di quello che io avevo in mente”.

L’incontro termina con un lungo applauso degli scolari all’illustratrice.

“Ricordati di spedirci i disegni da colorare, eh? E anche gli altri…”

“Ve l’ho promesso, lo farò. Anzi, lo faccio proprio oggi pomeriggio. Ciao bambini. Ciao bambine. Spero di incontrarvi dal vivo il prossimo anno in biblioteca o nelle vostre scuole”.

“Ciao!”

“Ciao Giulia!

“Mandaci i disegni!”

“Vieni a trovarci a Reggio”

“Ciao”

“Ciao a tutti, bambini”.

Prima di andare via dà ai bambini e alle loro insegnanti un’idea per realizzare un libro…

 

 

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