E ora piangete
E’ cominciato tutto con una canzone.
Venerdì 22 Febbraio.
Ore 9.
Biblioteca San Pellegrino Marco Gerra.
E’ cominciata la nuova edizione di /bao’bab/invito alla lettura con il ritorno di Bruno Tognolini.
(Nella seconda parte della mattina si è svolto un secondo incontro con il filastrocchiere più bravo d’Italia alla scuola primaria di Ca’ Bianca….)
Qualcuno, forse, si aspettava una filastrocca.
Invece si è cominciato con una canzone.
La Filastrocca del coraggio.
Scritta da Bruno.
Che alcuni amici hanno musicato e cantato.
“Perché?”
Bruno ha cominciato a raccontare ai piccoli e ai grandi presenti in biblioteca del primo battito.
“Quale?”
Quello della mamma.
Quando eravamo ancora dentro la sua pancia.
Tutti.
Ancor prima delle filastrocche e delle parole.
Prima viene il suono.
Ancora meglio: il ritmo.
La Mamma Lingua viene dopo.
Poi ha raccontato di quando suonava il tamburo.
Di quando era tamburino.
In una banda messa su insieme a cinque amici teatranti.
E di quel tamburo invisibile che ancora tiene in mano e batte i suoi colpi forti e leggeri mentre Bruno recita le sue filastrocche che sono ormai un classico della letteratura italiana per ragazzi e non solo.
Poi ci ha raccontato di come le filastrocche siano delle formule magiche per realizzare desideri o allontanare da noi il mal di pancia o il mal di orecchie, che raramente funzionano, ma comunque aiutano a distrarci e farci sentire meglio…
E di come, dopo aver scritto le prime filastrocche e i primi libri di filastrocche, in tanti bambini e adulti che hanno a che fare con i bambini – bibliotecarie, genitori, insegnanti… – abbiano cominciato, in questi anni, a chiedergli filastrocche precise per questo e per quello, filastrocche d’occasione, su misura…
E di come una maestra qualche tempo fa gli avesse chiesto aiuto perché uno dei suoi alunni di prima elementare era morto per una brutta malattia e lei doveva dire ai suoi compagni e alle sue compagne questa cosa qui e non sapeva come dirla e allora ha chiesto aiuto a Bruno, per non sbagliarla a dire nel modo giusto e insomma, questa filastrocca, a William, il bambino che è morto, forse la più difficile che abbia mai scritto, alla fine, Bruno, per quella maestra e i suoi alunni, l’ha scritta, e fa parte del suo ultimo libro Rime rimedio.
Durante la mattinata Bruno ha fatto anche ascoltare conte e filastrocche registrate di bambine e bambini di diverse regioni d’Italia e differenti nazionalità che ha incontrato nel corso dei tanti incontri che tiene in lungo e in largo per la penisola.
Ha confidato che sta facendo proprio una collezione di voci.
E conte.
E filastrocche recitate dai bambini.
L’incontro si è concluso riascoltando la canzone della Filastrocca del coraggio ascoltata all’inizio.
Ma questa volta tutti i bambini battevano il ritmo con le mani e Bruno, – un po’ con i capelli bianchi e un po’ bambino, un po’ poeta e un po’ rapper, un po’ filastrocchiere e un po’ papà, – finalmente, cantava.